FormazioneFormazione e Certificazione

Sb Etica è in grado di sviluppare progetti innovativi, formativi ed informativi anche attraverso l’utilizzo di soluzioni web, avvalendosi di un team di professionisti in grado di supportare l’azienda nel proprio percorso di formazione e di crescita strutturandolo e plasmandolo su misura, anche con ausilio dei fondi interprofessionali, bandi europei, Regionali e Provinciali.

L'utilizzo di Internet e delle nuove tecnologie di comunicazione migliorano l'accessibilità della formazione, possono essere rendicontate ai fini della formazione finanziata e sono molto più flessibili in ordine di spazio e di tempo.

Il nostro obiettivo sarà creare Centri di Formazione di Eccellenza nella formazione innovativa e-learning ed aula;
La formazione finanziata sarà gestita dal Consorzio Evolution, nato per essere un valido supporto alle aziende, permettendo loro di ottenere le risorse necessarie a finanziare tutta la formazione obbligatoria sia in aula che in e-learning, Partner ufficiale di Sb Etica.

I Point Etica potranno usufruire di tutti i servizi di Sb Etica ed Evolution, riceveranno formazione, assistenza, utilizzo della piattaforma informatica congeniata a d.o.c. per la gestione dei corsi in e-learning (ad oggi 560 corsi disponibili).

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FORMAZIONE FINANZIATA

I Fondi Paritetici Interprofessionali nazionali per la formazione continua sono organismi di natura associativa promossi dalle organizzazioni di rappresentanza delle Parti Sociali attraverso specifici Accordi Interconfederali stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano nazionale.

Tutti i Fondi interprofessionali, non fanno corsi di formazione ma promuovono la formazione continua e redistribuiscono alle aziende le risorse dedicate, per legge, alla formazione.
Queste risorse sono costituite da trattenute dello 0,30% sulla busta paga di ogni lavoratore del settore privato, delle aziende pubbliche e di quelle esercenti i pubblici servizi.

Se l'azienda non aderisce a un Fondo interprofessionale per la formazione continua, queste risorse vengono gestite dal sistema pubblico e l'impresa non ha la possibilità di intervenire sulla loro gestione.
Scegliendo di aderire ad un fondo, invece, ogni azienda dispone direttamente del 70% dei contributi versati.

l Fondo Sociale Europeo (FSE) è utilizzato per il raggiungimento di due obiettivi fissati a livello comunitario.

  • Convergenza, per la promozione dell’occupazione e la creazione di nuovi posti di lavoro nelle regioni in ritardo di sviluppo. Riguarda tutte le regioni dell’Unione Europea con un prodotto interno lordo (PIL) pro capite inferiore al 75% della media comunitaria. In Italia rientrano in questo obiettivo le Regioni Basilicata (a titolo transitorio), Calabria, Campania, Puglia e Sicilia
  • Competitività regionale e occupazione, per favorire la dinamicità del tessuto economico. Riguarda tutte le regioni dell’Unione Europea che non rientrano nell'obiettivo di convergenza.In Italia rientrano in questo obiettivo le Regioni Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto e Sardegna e le Province autonome di Bolzano e Trento
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    FORMAZIONE IN AULA

    La formazione in aula rappresenta la modalità tradizionale e classica della formazione. In particolare oggi per le aule adibite a formazione sono richiesti tutta una serie di requisiti che vanno dalla conformità alle norme sanitarie, antincendio e di sicurezza secondo quanto stabilito dalla legge 81/08, agli adempimenti relativi all’eliminazione e al superamento delle barriere architettoniche, all’accreditamento regionale delle sedi e degli enti di formazione.
    La formazione in aula prevede la presenza in contemporanea, durante le ore di svolgimento del corso, del docente e degli allievi. Essa quindi si attua attraverso l’erogazione di lezioni frontali ed esercitazioni di cui i corsisti ne fruiscono “in diretta”. La formazione in aula si basa pertanto sull’interazione “in tempo reale” tra docente e discente, dando anche la possibilità di effettuare momenti di discussione, approfondimenti e considerazioni, se previsti dalle metodologie didattiche utilizzate e dai programmi di attuazione svolti.

  • RSPP
  • R.L.S.
  • Primo soccorso
  • Agg. antincendio M. R.
  • R.S.P.P. - A.S.P.P.
  • Agg. RSPP 40 H
  • Agg. RSPP 60 H
  • Agg. RSPP 100 H
  • Agg. ASPP 28 H
  • Primo ingresso cantiere
  • Carrellisti-mulettisti
  • Addetto movimento terra
  • Addetto carroponte
  • PiMUS - parte teorica
  • PiMUS - completo
  • Coordinatore Sicurezza
  • Agg.Coord. 40 H (ex 494)
  • Agg. Dat. lavoro RSPP 8 H
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    FORMAZIONE D.LGS 81/2008

    La legislazione in tema di sicurezza ed igiene del lavoro, prevenzione incendi, igiene alimentare e gestione dei rifiuti prevede una serie di obblighi atti a garantire un ambiente di lavoro adeguato e sicuro. Tutte le Organizzazioni sono tenute a rispettare le normative, la cui corretta applicazione consente di migliorare la qualità del lavoro in azienda.

    Servizi

  • Sicurezza ed igiene del lavoro (D. Lgs. 81/08 “Testo Unico sulla Sicurezza”, D. Lgs. 106/09 e successivi aggiornamenti): lettere di incarico, definizione mansionario Sicurezza, Documento Valutazione Rischi, Rischio Incendio, Gestione Rischi Maternità, Piani di Emergenza e Pronto Soccorso, ecc.
  • Prevenzione incendi (D.M. 16/02/82, D.M. 10/03/98 e successivi aggiornamenti)
  • Igiene alimentare (D. Lgs. 155/97, Sistemi di Gestione HACCP)
  • Progettazione, sviluppo ed implementazione di Sistemi di Gestione per la Sicurezza in conformità ai requisiti della Norma OHSAS 18001


  • Vantaggi per il Cliente

    Il nostro supporto offre al cliente la possibilità di:

  • individuare le esigenze e le aspettative interne
  • analizzare e personalizzare i processi e le responsabilità necessarie per conseguire le attività richieste dalla legislazione
  • adottare i provvedimenti necessari per assicurare, valutare e migliorare in ogni momento l'efficacia di ciascun intervento
  • individuare e definire le priorità e le attività in grado di fornire i migliori risultati
  • pianificare le strategie, i processi e le risorse per attuare, monitorare e conseguire i miglioramenti così individuati
  • valutare costruttivamente e costantemente i risultati ottenuti a fronte di quelli pianificati, nell’ottica anche di stabilire le appropriate azioni volte al successivo miglioramento delle attività
  • mantenere rapporti attivi con le Istituzioni
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    Certificazione D. Lgs 231/01

    Il Decreto Legislativo 231/2001 ha introdotto per la prima volta nel nostro ordinamento giuridico il principio della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche per specifiche tipologie di reato commesse da amministratori e dipendenti delle Aziende. Infatti, fino all’introduzione del DLgs 231, l’art. 27 della Costituzione, che recita che “la responsabilità penale è personale”, impediva che detta responsabilità potesse investire le società in quanto persone giuridiche.
    Oggi anche le persone giuridiche sono soggette a responsabilità penale per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato.
    Il Decreto prevede infatti, a carico dell'impresa, una responsabilità amministrativa che si concretizza però attraverso sanzioni rilevanti per la sopravvivenza dell’impresa sul mercato, come  l’applicazione di un’ammenda fino ad un milione di euro, l’interdizione e la sospensione dell’attività, il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione, l’esclusione  da contributi, il divieto di pubblicità, la confisca e la pubblicazione della sentenza sfavorevole.
    Il Decreto offre come unica chance esimente la possibilità per le imprese di dotarsi di un Modello Organizzativo in grado di prevenire la commissione di reati; tale scelta o elimina il rischio o comunque ne riduce la gravità sanzionatoria.
    Se il tema dell’adozione di tale modello è stato fino ad oggi una discussione relegata alle grandi imprese l’estensione delle tipologie di reati, fino a quelli riguardanti la sicurezza sui luoghi di lavoro, estende il rischio a tutte le tipologie d’impresa indipendentemente dalle dimensioni.
    I reati previsti dal decreto 231/2001 sono i seguenti:

  • reati contro la Pubblica Amministrazione;
  • reati di falso nummario;
  • reati societari;
  • reati con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico;
  • reati contro la personalità individuale;
  • reati di abuso di mercato;
  • reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro;
  • reati transnazionali;
  • reati di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita;
  • reati informatici, trattamento illecito di dati, attentato ad impianti di pubblica utilità.
  • Reati contro la proprietà intellettuale e di turbativa del commercio.
  • Frodi e false comunicazioni in ambito agroalimentare.
  • Associazione a delinquere.

  • Va precisato che il DLgs 231/01 è stato emanato in attuazione di una legge delega  (L.300/2000) che prevede la possibilità di estendere la responsabilità anche ad altre categorie di reati (ad es. attinenti alla sfera dell’ambiente), il che potrebbe fortemente condizionare il prossimo futuro delle persone giuridiche e le modalità di svolgimento delle loro attività.

    COSA VUOL DIRE DOTARSI DI UN MODELLO ORGANIZZATIVO ESIMENTE
    Per le organizzazioni che vogliano esercitare un'efficace azione preventiva diventa necessario adottare un sistema di gestione e di controllo in grado di fornire tempestivamente segnalazioni sull'insorgere di potenziali criticità definendo, ove possibile, opportuni indicatori per le singole tipologie di rischio. I passi principali per la realizzazione di un efficace “Modello 231” possono così sintetizzarsi: individuazione dei processi a rischio, dei rischi potenziali e delle condizioni per la commissione di reati nell'interesse o a vantaggio dell'ente, definizione delle responsabilità e delle attività finalizzate alla appropriata gestione delle attività, costruzione di una mappa delle figure apicali, costruzione e diffusione a tutti i livelli di un Codice Etico, definizione e applicazione di un adeguato regime sanzionatorio, istituzione di un Organismo di Vigilanza, puntuale valutazione dei rischi aziendali e delle azioni finalizzate a contenere i rischi di commissione dei reati ad un livello accettabile (l’accettabilità del livello di rischio si concretizza, infatti, nella verifica che la fattispecie di reato possa essere realizzata solo aggirando il maniera fraudolenta il sistema di controllo).

    I BENEFICI

    Dotare l'Impresa di un modello di organizzazione e di gestione atto a prevenire reati costituisce, per più ragioni, una scelta strategica per l'Impresa stessa, per i suoi soci e per i suoi amministratori, in quanto fornisce benefici diretti derivanti dall’applicazione del Modello stesso. Infatti, l’adozione e applicazione di un sistema organizzativo 231 consente all’Impresa di: andare esente o almeno contenere l'entità di sanzioni pecuniarie, sanzioni interdittive, confisca ed eventuali misure cautelari; poter perfezionare l'organizzazione interna ottimizzando la suddivisione di competenze e responsabilità; poter assicurare il rispetto degli adempimenti previsti dal Decreto Legislativo ogni qualvolta ciò venga richiesto nell'ambito dei rapporti contrattuali; evitare l'iscrizione di sanzioni o di pendenze giudiziarie nei certificati pubblici che potranno essere richiesti nell'ambito di rapporti commerciali e di pratiche amministrative.
    L’adozione di un Modello Organizzativo allo stato attuale è soprattutto una scelta strategica, in quanto strumento efficiente per gestire in modo completo il tema della compliance aziendale, ossia il rispetto da parte dell’azienda delle disposizioni normative cogenti (privacy, appalti pubblici, sicurezza sul lavoro, antiriciclaggio, finanza, diritto tributario ecc.), dei regolamenti, delle procedure dei codici di condotta.
    La corretta gestione della compliance aziendale è diventato un fattore imprescindibile soprattutto per le aziende che operano nei mercati internazionali, nei quali l’affidabilità e la correttezza costituiscono requisiti fondamentali e ulteriori rispetto alle tradizionali  economicità e competitività.
    In tale ottica l’adozione di un Modello 231 assume un’importanza ancor più rilevante, in quanto strumento di gestione e attuazione delle variazioni normative e regolamentari, particolarmente numerose nel sistema economico-giuridico italiano ed europeo. Infatti il Modello 231 è in grado di prevenire e gestire i possibili disallineamenti tra le attività aziendali e l’insieme delle regole interne ed esterne all’azienda, garantendo al tempo stesso una possibile esenzione da responsabilità in caso di violazioni.
    Va ricordato, anche, che il Modello Organizzativo disciplinato dal D.Lgs 231/01 è applicabile a qualsiasi realtà aziendale, a prescindere da dimensioni, attività, tipologia di mercato, struttura aziendale. Ciò soprattutto alla luce delle recenti modifiche apportate prima dal D.lgs 124/07 (art. 25 septies) e poi dal D.lgs 81/08 (art. 30), che hanno previsto esplicitamente l’efficacia esimente dei Modelli Organizzativi 231 in relazione ai delitti di lesioni o omicidio colposi commessi in violazione delle norme antinfortunistiche e in materia di tutela dell’igiene e della salute sul lavoro.

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    Certificazione Sistema di Gestione Qualità

    La norma UNI EN ISO 9001-2000, aggiornata nel 2008, rappresenta il riferimento riconosciuto a livello mondiale, per la certiifcazione del sistema di gestione per la qualità (SGQ) delle organizzazioni di tutti i settori produttivi e di tutte le dimensioni. Obiettivo primario è la soddisfazione dell'utente/cliente attraverso la gestione di un sistema organizzativo orientato al miglioramento

    La certificazione di sistema di gestione per la qualità (regolata dalle Norme quadro della serie ISO 9000) assicura la capacità di un’Organizzazione (produttrice di beni o fornitrice di servizi) di strutturarsi e gestire le proprie risorse ed i propri processi produttivi in modo tale da riconoscere e soddisfare i bisogni dei clienti (inclusi quelli relativi al rispetto dei requisiti cogenti), nonché l’impegno a migliorare continuativamente tale capacità (specie se effettuata con riferimento alla NormaISO 9001:2000, nel quadro di un approccio per processi, alla luce degli 8 principi fondamentali della gestione per la qualità.